Francesco Bellomo rinviato a giudizio per il caso 'dress code'
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Francesco Bellomo assolto per il caso ‘dress code’

Tribunale

Dress Code, assolto Francesco Bellomo, l’ex giudice che era venuto alla ribalta per il ‘caso Conte’. La borsista aveva ritirato la querela.

BARI – Torna alla ribalta il nome di Francesco Bellomo. Dopo il rinvio a giudizio, l’ex giudice è stato assolto dall’accusa di stalking. Stessa sentenza per Nalin.

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Nell’ottobre 2019 Tribunale di Milano aveva deciso di archiviare l’indagine nei confronti dell’ex consigliere di Stato accusato di stalking e violenza privata su quattro studentesse. Proprio per il caso del dress code, Bellomo è stato rinviato a giudizio, ma il reato contestato è quello di atti persecutori.

Il giudice era venuto alla ribalta anche per aver imposto un dress code oltre che aver calunniato e minacciato il premier Conte. Libertà durata meno di un anno con i giudici che avevano optato per una misura cautelare ai domiciliari.

Proprio lo scandalo dei presunti abusi aveva portato il Consiglio Superiore della Magistratura sospenderlo dal ruolo di giudice.

Francesco Bellomo e il caso dress code: la ricostruzione

Il nome dell’ex giudice Francesco Bellomo è riconducibile all’indagine aperta per delle denunce da parte delle studentesse che lo avevano accusato di maltrattamenti.

Nel settembre 2020 il Gup ha disposto il rinvio a giudizio per Bellomo, che dovrà rispondere del reato di atti persecutori per il caso del dress code imposto a due donne, borsiste della Scuola di Formazione per la preparazione al concorso in magistratura ‘Diritto e Scienza’.

Il Giudice del Tribunale di Bari ha sostituito gli arresti domiciliari con il divieto di avvicinamento.

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Il ‘caso Conte’

La vicenda del premier Conte risale ormai a diversi anni fa. Il Presidente del Consiglio si sarebbe dovuto presentare presso il Tribunale civile di Bari. Il premier, secondo Bellomo, avrebbe commesso degli illeciti nella trattazione del suo caso.

I giudici non gli avrebbero dato ragione, anzi avrebbero deciso che quella nei confronti del premier era un’implicita minaccia. L’obiettivo da parte dell’ex giudice sarebbe stato quello di prospettare all’intero Consiglio il possibile esercizio di azioni civili nei confronti di Conte e della collega Concetta Plantamura.

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ultimo aggiornamento: 16 Novembre 2020 21:36

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